
Omar Elabdellaoui, il calciatore con gli occhiali che un petardo rese quasi cieco
Nell'amichevole persa dalla Fiorentina contro il Galatasaray, non sono passati inosservati gli occhiali scuri indossati in campo da Omar Elabdellaoui. Terzino norvegese rientrato dopo un gravissimo incidente. Lo scoppio di un petardo in faccia lo aveva reso praticamente cieco. La storia della sua rinascita, attraverso sofferenze e undici operazioni

L'AMICHEVOLE GALATASARAY-FIORENTINA
- Ai tifosi della Fiorentina arrivati a Grodig, in Austria, per seguire l’amichevole con il Galatasaray, non sarà sfuggito un particolare

IL TERZINO CON GLI OCCHIALI SCURI
- Difficile non notare gli occhiali scuri di quel terzino, entrato al 20esimo minuto al posto dell’infortunato Dubois: si chiama Omar Elabdellaoui, è norvegese e alle spalle ha una storia notevole di dolore e rinascita

OMAR ELABDELLAOUI, UNA STORIA SPECIALE
- Perché scende in campo e si allena sempre con quelle lenti scure sugli occhi? Andiamo con ordine e partiamo dalla data che ha cambiato per sempre la sua vita e la sua carriera

L'INCIDENTE DI CAPODANNO
- È la notte di Capodanno del 2020: Elabdellaoui è arrivato in estate al Galatasaray e il 31 dicembre sta festeggiando insieme alla moglie e ai tre figli il nuovo anno a Istanbul quando un petardo gli esplode a pochi centimetri dalla faccia. “Non riesco a vedere, non riesco a vedere” urla a un amico che è con lui. La giacca bruciata, polvere da sparo e metallo che penetrano negli occhi. Non vede più. Tutto nero

LA CORSA IN OSPEDALE
- Una foto di lui in ambulanza (che scegliamo di non pubblicare perché molto forte) finisce sui social e così al suo arrivo in ospedale Omar trova già alcuni compagni, ansiosi di sapere le sue condizioni. Anche l’allenatore del Galatasaray di quel tempo, Fatih Terim, interrompe i festeggiamenti del Capodanno per correre dal suo difensore

IL SOSTEGNO DEI COMPAGNI
- Nella prima partita dopo l’incidente, i suoi compagni (nella foto Arda Turan) scendono in campo con una maglia dedicata a lui: “Tutto era buio - ha raccontato qualche tempo fa Elabdellaoui in un’intervista a The Guardian - Non sapevo se fosse giorno o notte. Il tempo era irrilevante". La vista sembra compromessa per sempre. Come la sua carriera

"PEGGIO DI UN SOLDATO ACCECATO IN AFGHANISTAN"
- Inizia un percorso di speranza e perseveranza, in centri specializzati che possano curarlo. Si affida al dottor Edward Holland del Cincinnati Eye Institute, che gli dà il 5-10% di possibilità di recuperare la vista. “Uno dei peggiori infortuni esaminati in 35 anni di carriera -dirà Holland- Quattro volte peggiore di quelli subiti da un soldato americano che ho curato ed era stato accecato da una bomba in Afghanistan”

LE UNDICI OPERAZIONI AGLI OCCHI
- La strada è il trapianto di cornea. Per ricostruirgli una nuova palpebra i chirurghi plastici prelevano parti dall'interno della bocca e dalle sue orecchie. Quindi segue un trapianto di cellule staminali della sorella Ikram. E per mesi trattamenti con gocce, antinfiammatori e una dieta solo di acqua. Alla fine, gli interventi chirurgici subiti saranno 11

UNA RIPRESA GRADUALE
- Ricomincia ad allenarsi e nel gennaio 2021 viene reintegrato in rosa: anche se la nuova vita non è facile: deve usare i colliri ogni mezz'ora, tranne quando è in campo dove è sempre munito di lenti a contatto e occhiali speciali

IL RITORNO IN CAMPO IN TURCHIA
- La data in cui la sua rinascita si completa è il 22 febbraio di quest’anno. Contro il Goztepe, torna in campo in Super Lig "Quando è tornato a giocare è stato molto emozionante -racconterà il dottor Yener del Galatasaray- Tutti i giocatori piangevano e si abbracciavano”

DI NUOVI I DERBY DI ISTAMBUL
- Da lì in poi, in Super Lig, colleziona 7 presenze. Tornando a riassaporare le sensazioni dei derby caldi di Istanbul con il Fenerbahce

NUOVAMENTE CALCIATORE
- Con tutte le difficoltà del caso, Omar torna a essere di nuovo un calciatore a tutti gli effetti. Su cui gli avversari tornano a entrare anche duramente

IL RITORNO IN NAZIONALE CON LA NORVEGIA
- Per la prima volta dopo l’incidente, in primavera la Norvegia è tornata a convocarlo: nato a Oslo da famiglia marocchina, in Nazionale conta 49 presenze

CAPITANO DELLA NORVEGIA
- Elabdellaoui prima dell'incidente era il capitano della Nazionale, in cui ha giocato anche con la nuova stella del calcio norvegese: Erling Braut Haaland (in alto a sinistra), passato in estate al Manchester City

GLI INIZI CON IL MAN CITY
- Proprio nel Manchester City, Omar ha iniziato nel grande calcio: nel 2007 passa dallo Skeid di Oslo alle giovanili dei Citizens fino ad arrivare in prima squadra: a quei tempi, l'allenatore era Roberto Mancini ma il terzino norvegese non riesce mai a debuttare in Premier League

ALL'HULL CITY CON RANOCCHIA
- Dopo il City, passa a Feyenoord, Eintracht Braunschweig e Olimpiakos. Il club greco nel 2017 lo manda sei mesi in prestito all'Hull City, dove Elabdellaoui diventa compagno di squadra di Andrea Ranocchia, qui in contrasto con Sanchez

CAMPIONE OLIMPIAKOS
- Tornato in Grecia dopo il prestito in Inghilterra, diventa un punto fermo e il capitano dell'Olimpiakos, dove nel 2020 vince il suo terzo campionato greco

DALLA GRECIA ALLA TURCHIA
- Nell'estate del 2020 passa al Galatasaray. Dopo l'incidente il ritorno alla sua nuova normalità è graduale. E sono riprese anche per lui tutte le tappe rituali per ogni calciatore: questa è la prima preparazione estiva completa dopo l’infortunio

IN RITIRO CON I COMPAGNI
- Le trasferte, il ritiro, la conoscenza dei nuovi compagni come l’ex romanista Sergio Oliveira

COLLIRI, OCCHIALI E LENTI SPECIALI. SEMPRE
- Quindi le prime amichevoli estive, come contro la Fiorentina, dove in tanti in tribuna si saranno chiesti: ma perché quel terzino gioca con gli occhiali da sole?

UNA NUOVA VITA A 30 ANNI
- E' la sua nuova realtà, la seconda vita di un uomo e di un calciatore che a 30 anni si è ritrovato a essere diventato praticamente cieco

LA RIVINCITA DI OMAR
- È la storia di Omar Elabdellaoui: "E' una cicatrice che mi accompagnerà sempre". Ma è una cicatrice che non gli ha impedito di tornare a essere quello che era